
I numeri che leggerete accanto alle squadre nelle seguenti pagelle non sono ovviamente i risultati dei tabellini, ma bensì i voti attribuiti alle varie compagini nei big match di questo fine settimana.
Bologna-Lazio 9-4
Qui Bologna: Poco da dire, il quarto posto in solitaria è meritatissimo. Al Dall’Ara poi si viaggia su ritmi forsennati, con ben 32 punti ottenuti nelle 15 gare interne finora disputate in Serie A. Ritmo, agonismo, aggressività e imprevedibilità. Davanti Castro e Odgaard svariano che è una bellezza, con un Orsolini ispiratissimo. A centrocampo Ferguson e Freuler sembrano incastrarsi alla perfezione, mentre in difesa non si disdegna anche l’aggressione alta. Quando c’è da compattarsi però si vede la squadra in trenta metri, tutti a sacrificarsi sotto la linea del pallone. Bravo a Vincenzo Italiano, c’era chi dopo poche settimane dal via dal campionato diceva che sarebbe stato il primo tecnico esonerato. Il calendario da qui alla fine sarà durissimo, ma il lavoro ad ora è egregio.
Qui Lazio: Un altro crollo. Dopo il tennistico 0-6 con l’Inter ecco la manita contro il Bologna. Negli scontri diretti la Lazio ha un problema atavico, e anche quest’anno alla fine potrebbero pesare tremendamente nella corsa al quarto posto. Piccole scusanti i novanta minuti in Europa League e le assenze di Castellanos e Nuno Tavares. Non abbastanza per giustificare un crollo del genere. Male tutti, soprattutto Gila e Marusic.
Fiorentina-Juventus 8-3
Qui Fiorentina: Una vittoria del genere dopo le fatiche di coppa non sarebbe apparsa immaginabile neppure nei migliori auspici. Eppure eccoci qua a commentare un successo tanto netto quanto esaltante. Si conferma il dualismo della Fiorentina, capace di sfornare grandi prestazioni contro le big, ma al contempo anche di lasciare punti nelle partite contro le piccole. Contro i bianconeri si è vista tutta la personalità degli uomini di Palladino, sistematici nell’attaccare la profondità dopo scambi rapidi ed efficaci. La formula anti-Motta ha funzionato splendidamente.
Qui Juventus: Se da una parte ci sono gli innegabili meriti della Viola, dall’altra ecco i demeriti di una Juventus veramente sulle gambe dal punto di vista psicologico. Distanza fra i reparti siderali, reattività nulla sulle seconde palle e assoluta inconcludenza in attacco. La sconfitta è pesante, ama è ancora più allarmante l’assoluta assenza di una reazione al già pesante ko contro l’Atalanta. Motta ancora una volta con scelte curiose per usare un eufemismo. Se era il tentativo di dare una scossa dopo l’ultima sfida è stato inequivocabilmente fallito.
Atalanta-Inter 5,5-8
Qui Atalanta: Definire l’Atalanta gravemente insufficiente sarebbe ingiusto, per come si è sviluppata la partita e per l’atteggiamento, che non è mai venuto a mancare. In un primo tempo intenso non ha del tutto sfigurato al cospetto della capolista. Poi quell’interruzione e quel gol subito sull’ennesima disattenzione stagionale sulle palle inattive. Il rosso a Ederson ha praticamente chiuso i giochi. Nota negativa l’attacco, veramente spuntato. Lookman qualche pericolo lo ha creato, così come Pasalic, ma Retegui stavolta ha totalmente latitato. Capita anche ai migliori.
Qui Inter: La personalità con cui gli uomini di Inzaghi si sono presentati al Gewiss Stadium e da grande squadra, da chi vuole vincere lo Scudetto. Il primo tempo non si era concluso in vantaggio per questione di centimetri in occasione del palo di Thuram. Poi le zampate al momento giusto e la capacità nel non concedere nulla. Lavoro ottimo a centrocampo, soprattutto di un inesauribile Barella e di un sempre più ritrovato Calhanoglu. Ultimi meriti ad Inzaghi, abile nel leggere alla perfezione i momenti della gara. Lasciare Pavard su Lookman e mettere Bisseck a tutta fascia si è rivelata un’intuizione vincente.