A una settimana dall'annuncio del ritiro, Elena e Nadia Fanchini hanno un piccolissimo accenno di amarezza nella voce: "Ci sarebbe piaciuto festeggiare nelle finali di Cortina. Una bella festa d'addio e anche un modo per celebrare la grande stagione di Federica Brignone". Subito però il tono torna più frizzante: "Lo faremo appena sarà possibile. Anche perché lo sci ci ha dato tanto". Queste le parole delle due sorelle in esclusiva a TMW Radio, una chiacchiereta per ripercorrere una carriera fatta di salti e di cadute. Come ogni carriera di una sciatrice.
Una Nazionale femminile da sempre molto unita. Come avete annunciato il ritiro alle altre azzurre?
E: "Anche se lo sci è uno sport individuale, è molto importante la squadra. Siamo state fortunate ad avere avuto sempre un ambiente sereno e allenatori che ci hanno aiutato. E' stato fondamentale avere queste compagne di squadra e siamo tutte amiche ed è importante per vivere la carriera in modo tranquillo, senza tensioni. E' stato bello avere una squadra forte con noi".
N: "Ci hanno scritto, chiamato, perché già prima avevamo detto che volevamo dare l'addio. Anche nell'arco della stagione dove non abbiamo gareggiato, Elena per infortunio e io per la maternità,scrivevano che mancavamo. Era bello ricevere questi messaggi, vuol dire che abbiamo lasciato qualcosa alle nostre compagne. Siamo state una bella squadra, da sempre, sin dai tempi di Denise Karbon che di Isolde Kostner, fino ad arrivare alle ultime, Federica (Bignone, ndr) e Sofia (Goggia, ndr). E' stato bello sentire tanto calore".
Elena, prima vittoria a Lake Louise nel 2005, un'emozione incredibile:
E: "Il primo successo in Coppa del Mondo, ricordo quella telecronaca e anche le grida all'arrivo e l'abbraccio tra me e Nadia, me lo ricorderò per sempre".
N: "Era troppo bello, lo ricordo molto bene. Certi ricordi sono indelebili. Eravamo piccole, eravamo da poco in Coppa del Mondo. Elena veniva già da un argento al Mondiale. Per noi è stata una grande emozione. Le sue gioie erano le mie, era come se avessi vinto anche io".
A Bormio, ai Mondiali del 2005, il vostro arrivo definitivo sul palcoscenico internazionale. Un esordio davvero incredibile:
E: "Ero ancora nella squadra B ed ero in Coppa Europa, ma avevo esordito a gennaio tra le grandi con due 17° posti. Mi convocarono per i Mondiali di febbraio e fu una gioia incredibile. Mi ricordo la settimana prima della gara, durante le prove, ho avuto sempre una concentrazione massima e volevo ottenere un grande risultato .Volevo vincere, avevo la testa pronta per l'appuntamento ed è stato indimenticabile".
N: "Erano i nostri esordi in Coppa del Mondo, eravamo giovanissime. Pensare di essere lì, a correre con le più forti del mondo era un onore. Io sono arrivata quarta e in tanti pensavano al rammarico, ma per me è stato incredibile, perché erano davvero le prime gare che facevo e arrivare quarta davanti ad una campionessa come Isolde Kostner, che solo qualche anno prima vedevo solo dalla tv, era qualcosa d'importante".
Nadia, per te una medaglia importante a Schladming nel 2013, l'argento in discesa. Che ricordi hai di quell'appuntamento?
N: "Tanta velocità? Ma neanche ce ne accorgiamo in quei momenti. Sicuramente in discesa tocchiamo velocità alte, a volte si fa fatica a rimanere in piedi. Quando sono arrivata in fondo, Elena era in partenza, la famiglia era al traguardo però. Elena era contenta comunque per me perché in quel periodo non stavo andando affatto bene. Alla fine è arrivata una grande gioia. Mi emoziona sempre rivedermi".
Quanto vi ha aiutato sostenervi da sorelle, oltre che da sportive?
E: "Non potrei immaginare la mia carriera senza le mie sorelle Nadia e Sabrina. Sono state fondamentali, specialmente nella preparazione atletica. E' diverso fare tanti chilometri in bici da soli rispetto a farli in compagnia. E' stato molto importante il confronto, anche solo in palestra. E poi sulle piste è stato bellissimo avere un punto importante in allenamento".
Tante gioie ma anche dolori, come gli infortuni. Per te Elena poi anche lo choc del tumore, che ha sconvolto il mondo dello sport italiano, ma hai vinto quella battaglia:
E: "Non abbiamo mai mollato e questo è la cosa più importante. Si deve credere sempre".
N: "E' stato un periodo difficile ma la forza ce l'ha data Elena. Ha fatto capire che lei era più forte di tutto. Voleva tornare a fare quello che amava e questa l'ha aiutata tantissimo. E noi gli siamo andati dietro. Non voleva essere trattata diversamente, era molto fissata sull'obiettivo di tornare a sciare. Questo l'ha aiutata molto e anche noi, perché l'abbiamo vissuta in modo normale questa storia, anche se di normale c'era ben poco".
Tra poco inizierà la preparazione per le sciatrici. Come stanno affrontando le ragazze questa situazione legata al Coronavirus?
E: "Adesso dovrebbero ripartire gli allenamenti individuali. Allenarsi a casa è importante, ma pochi hanno la possibilità di avere una vera palestra. Sarà importante tornare a farsi una buona gamba in vista della preparazione".
N: "Ho avuto la fortuna di sentire le ragazze, ma hanno già cominciato a casa. hanno i rulli per andare in bici, ad alto livello tutte ormai hanno una piccola palestra. Ora a maggio-giugno si va sui ghiacciai e chissà quando sarà possibile andarci. Ed è in forse anche la trasferta in Argentina. E' un'incognita, ancora non sanno come gestire questa parte".
Oltre a Federica Brignone e Sofia Goggia, le due punte di diamante dello sci azzurro, ci sono tante altre speranze e belle realtà nel gruppo delle ragazze. Siamo in buone mani per il futuro?
E: "Abbiamo Curtoni, Marsaglia, Delago. L'Italia è forte, le ragazze ci sono. Si parla molto di Fede, che ha vinto la Coppa del Mondo e di Sofia, oltre che di Marta Bassino, che ha fatto ottimi risultati, ma c'è un bel movimento dietro".
N: "Si parla sempre di Fede e Sofia, ma ci sono anche le altre ragazze che stanno venendo fuori, dalla Bassino alal Delago, dalla Curtoni alla Marsaglia. La squadra va forte. E poi stanno crescendo le slalomiste, che si è sempre fatto fatica negli ultimi anni. Il futuro è super roseo e rosa".
Nadia, e se il tuo piccolo un giorno volesse darsi allo snowboard? O speri che faccia come la mamma e la zia, che abbia la passione per gli sci?
N: "Mi piacerebbe portagli l'amore per lo sci, come fece mio padre. Alla fine spero possa fare sport, perché è importante. Mi dispiacerebbe tantissimo se scegliesse lo snowboard, ma spero trovi la sua strada".