Davide Cassani, presente alla Fornace di Montelupo Fiorentino per uan serata di beneficenza organizzata dalla onlus Neri Ferramosca, ha parlato anche ai microfoni di RMC Sport.
Un bilancio sul 2018
"Il ciclismo italiano sta abbastanza bene, siamo un po’ dipendenti da Nibali nelle corse a tappe. Al mondiale ci sarebbero serviti 20 giorni in più, colpa della caduta al Tour di Vincenzo. Non aveva la condizione per vincere, poi si è visto che ha sfiorato il Lombardia. Moscon si è staccato dai primi all’ultima salita, ma è stato molto bravo Anche lui tornava da una squalifica e non era al meglio. Bravi Trentin all’Europeo ma anche Cimolai, che lo ha aiutato. E poi Elia Viviani, che ha vinto 18 corse, ha dimostrato di essere il velocista più forte. I giovani ci sono ma la concorrenza è agguerrita. Il ciclismo azzurro rimane quello di riferimento. A volte si rischia di perdere qualche elemento, ma noi come Federazione cerchiamo di essere vicini al movimento, a partire dai juniores, per far crescerei i ragazzi. Le vittorie da giovani sono poco importanti, serve crescere un gradino alla volta, perché la scala è molto lunga".