Il 18 settembre scorso è stata una data davvero triste per il calcio italiano. Se n'è andato infatti uno dei calciatori più amati, Totò Schillaci, eroe del Mondiale di Italia '90 e che ha davvero segnato una generazione. E in Storie di Calcio a raccontare la parabola del siciliano è stato innanzitutto Antonello Sette, che ha intervistato Schillaci nel suo libro "C'era una volta il calcio", che racconta le emozioni, i retroscena e gli aneddoti inediti di un calcio lontano anni luce da quello attuale. Un calcio che ci lega a ricordi importanti, come ha fatto proprio il campione di Italia '90.
A parlare di Schillaci anche Dino Zoff, che ha avuto il siciliano alla Juventus: "Fece con me un'annata magica che lo portò in Nazionale. E' stato un ragazzo che fece un salto dal Messina alla Juve, abbiamo dovuto tranquillizzarlo sull'ambiente e gli dicevo di andare tranquillo. Mi è rimasto impresso questo essere timido, chiuso, ma verace. Il cuore c'era eccome. Io avevo gente importante in quella Juventus ma lo misi subito titolare, per me era fondamentale e si è dimostrato tale. E' entrato nelle mie grazie subito, non ne parliamo poi come persona. Ci diede una grande mano per fare un grande campionato anche. Era timoroso su tutto ma riuscì subit oa farsi voler bene come persona, grazie alla sua umiltà. Il salto alla Juve fu grande, lo aiutai ovviamente e mi ha ripagato alla grande".
Mentre l'ex dirigente FIGC Antonelli Valentini ha ricordato: "Ero in Nazionale quando venne convocato per la prima volta. Arrivò a Varese qualche settimana prima di Italia '90 e mi ricordò la scelta di Vicini la genialità che ebbe Bearzot nel convocare Rossi prima del Mundial. E fu una storia che quasi si ripeteva. Mi fece impressione, con la sua capacità voleva riscattare un'infanzia sofferta e c'è riuscito. Divenne un grande beniamino dei tifosi. Eravamo in ritiro ai Castelli Romani e Maradona era in ritiro a Trigforia. Un pomeriggio Maradona venne a trovarci e fu emozionante, e il più emozionato fu Schillaci, che parlò a lungo con lui. A Bari poi mi ricordo il gesto di Baggio, che diede il rigore a Schillaci per ringraziarlo a nome di tutti per quello che aveva fatto in quei Mondiali".
Infine anche un ricordo da parte del giornalista Bruno Longhi: "Le Notti Magiche se ne vanno con lui. Quelle notti sono dovute ai suoi gol, alla sorpresa che ci ha regalato un attaccante su cui nessuno puntava, visto che erano altri i bomber. Quegli occhi rappresentavano quasi l'incredulità di ritrovarsi in quella situazione. Voglio ricordarlo come un personaggio umile, ma soprattutto buono. Era un ragazzo buono, impossibile dire altro. Si è inserito in una struttura collaudata da Vicini con l'U21, era una Nazionale giovane che piaceva, dove si innestarono Ancelotti e lui. Questa Nazionale, sfortunata a Italia '90, ci ha regalato entusiasmo sia dal punto di vista del gioco che delle emozioni. Un mago di quelle notti Schillaci. Quella Nazionale aveva grandi centravanti, lui come Rossi ha inciso in un Mondiale in maniera determinante".