Luca Prina, ex allenatore di Pro Patria e Virtus Entella, è intervenuto nel corso del programma "A Tutta C" a TMW Radio per commentare vari temi.
Caprile, che lei ha avuto alla Pro Patria, può essere il titolare del Napoli?
"Io feci qualche mese alla primavera del Chievo e lui era sotto quota. Venne ad allenarsi con noi e c’era subito la percezione che potesse incidere nel gioco della squadra. Quando andai alla Pro Patria mi chiesero se lo volessi e io risposi che mi sembrava strano riuscissimo a prendere un giocatore così importante. In quell’anno, poi, è cresciuto molto. Fece un grande salto dopo perché andò al Bari e fece una grande serie B. Dall’Empoli al Napoli il salto è grandissimo. Ha, però, grande carattere e voglia di fare".
Sull’Entella e la grande promozione che guidò?
"Sono stato un allenatore fortunato perché il calcio oggi da poco tempo agli allenatori. Lì, invece, era stato fatto un vero e proprio progetto. Tutto il lavoro fatto negli anni aveva costruito una struttura che permise di arrivare in Serie B. Fu un bel lavoro perché fu dato all’allenatore il tempo di lavorare. Io penso che ognuno di noi si è guadagnato la continua conferma. Il presidente aveva le idee giuste".
Sulla sua amicizia con Gilardino?
"Questa è la parte bella del calcio. Noi due ci conosciamo da 28 anni ed il bello di questo sport è creare questo tipo di rapporto. Prima sono stato il suo primo allenatore da professionista e, poi, spiccò il volo. Abbiamo tenuto un bellissimo rapporto. Con lui sono riuscito a cominciare in panchina in Serie D. Quell’esperienza fu bellissima e sono molto contento perché abbiamo una vera amicizia. Avere la sua stima e la sua fiducia è importante per me. La cosa bella della sua carriera da allenatore è che, nonostante ci fossero dei dubbi su lui in panchina, sin da subito aveva tutti i talenti per la panchina. Un ragazzo con la sua carriera e le sue capacità non può non fare strada".
Sui playoff?
"Da quando hanno cambiato le norme io parlo sempre dei playoff veri e quelli finti. Per me quelli veri sono quelli entro il primo posto. Succede, però, che anche quelle che arrivano basse possono arrivare in Serie B. È un campionato dopo il campionato e il fatto che alcune entrano dopo è un’arma a doppio taglio. Ci sono tanti club importanti come l’Avellino e, poi, c’è il Taranto che è una vera e propria bomba a mano. I playoff rendono tutti più spettacolari e sono gare che catturano l’attenzione".
Sul Mantova?
"Io ho allenato a Mantova ed è un posto magnifico. Vivono il calcio con una passione particolare e devo dire che, non solo hanno vinto, hanno vinto dominando. Già lo scorso anno il Catanzaro di Vivarini ha vinto facendo un calcio che non è proprio di questa categoria. Il Mantova in questa stagione ha fatto delle gare in cui ha lasciato tutti a bocca aperta. Sono contento perché è una piazza con un grande amore per il calcio".