Marco Negri, ex calciatore, è intervenuto durante il programma "Piazza Affari" a TMW Radio per commentare vari temi.
In questo momento, giocheresti in Nazionale?
"Ci sono state delle voci di un mio esordio in Nazionale ma non è avvenuto. In quel momento avevo dei giocatori incredibili davanti. Adesso non abbiamo questo centravanti affidabile che ha le top nazionali. Bisognerà sopperire con un’organizzazione più importante. Credo che sia un problema generazionale".
Come mai ci sono meno italiani nei campionati esteri?
"Io sono stato tra i primi 10 ad andare all’estero. Io sono stato uno dei primi e non andare lì a fine carriera. Io ho deciso di farlo a 27-28 anni, nel pieno della mia carriera. L’avevo fatta anche come scelta di vita. C’è da dire che ultimamente gli italiani che hanno fatto bene all’estero sono pochi. Questo penso derivi dal fatto che il calcio italiano e i calciatori italiani hanno diverse caratteristiche. Ci sono anche abitudini diverse. Io in Scozia mi ricordo che i compagni mangiavano in modo completamente diverso da me. Io sono stato ripagato con tante emozioni".
Qualche giovane in Serie B che l’ha colpita?
"La Serie B è diventata molto competitiva. A me piace il giocatore che va in cadetteria per farsi le ossa. È un campionato lunghissimo e ci sono continui alti e bassi. Per i bei prospetti che ci sono è importante che crescano ancora, il passaggio da A a B è molto complicato. Dalla Serie B alla Serie A è un’altra storia. Si alza il livello delle difese e anche il livello di personalità che serve".
Su Ternana e Perugia?
"A Terni c’è Breda che è mio ex compagno. Conosco bene l’allenatore ed è molto bravo a tenere sempre il morale al punto giusto. La vittoria che è arrivata all’ultima è importante per far affrontare l’ultima parte di stagione. Vedere il Perugia in Lega Pro mi fa tristezza, soprattutto pensando al continuo sali scendi".