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L'Europa chiamò, chi sarà pronto a rispondere?
28 mar 2023 13:18Calcio

di Andrea Mollas

© foto di Insidefoto/Image Sport

Il rush finale sta arrivando, la corsa europea entra nella fase decisiva. Lazio, Milan, Inter, Roma, Atalanta e Juventus sono pronte a darsi battaglia tra punti di forza e e possibili ostacoli. Chi festeggerà alla fine?

 

 

 

E sosta fu. Tra conferme, convinzioni, paure e pensieri reconditi, le squadre impegnate per conquistare un posto in Europa si sono ritrovate a dover riflettere con lungimiranza. L’Italia tanto fa discutere tra un Retegui e un gioco ad ora assente, nel mentre i club nostrani, durante il pit stop nazionale, hanno pensato e non poco per un rush finale in cui gli obiettivi si possono realizzare o ridursi in cenere. Spazio allora all’entusiasmo della Lazio, che dopo la vittoria del derby spera nella continuità mai abbracciata in tutta la stagione. Oppure a Milan ed Inter che tra punti interrogativi e umore non alle stelle sperano nel recupero dei propri big per trovare una solidità non più di casa e che qualche nube la sta portando ad Appiano e Milanello. Nubi che rischiano di addensarsi anche sulla Roma, dove l’umore non è dei migliori ma con Mourinho che non ha dubbi: non si molla ora. Stesso principio dell’Atalanta, che ancora ci prova e che (Zappacosta dixit) potrà capire a quale Europa ambire solamente tra quattro-cinque partite. Mentre non vuole pensare ma continuare ad agire la Juventus di Max Allegri che procede con la scalata europea, in barba a quel -15 che, in attesa di capire se verrà tolto oppure no, continua ad accompagnare il nome della Vecchia Signora che è riuscita a rendersi impermeabile grazie al tecnico livornese, guida ferrea. Tanti fattori, tanti punti a favore così come alcuni a sfavore, il che rende questa corsa avvincente come forse non capitava da molti anni. Ma andiamo a vedere come si presenteranno le squadre in corsa per le zone europee dopo la sosta.

LAZIO

PUNTI A FAVORE: DIFESA, UN IMPEGNO A SETTIMANA, RITORNO IMMOBILE.

PUNTI A SFAVORE: ROSA CORTA, L’ASSENZA DI IMMOBILE

Che il derby non sia una parentesi. È la speranza di Sarri, ribadita più e più volte. La continuità deve essere di casa, manca questo alla Lazio per potersi sentire grande per davvero. E una difesa coriacea aiuta e non poco: 19 gol subiti, Romagnoli e compagni hanno chiuso a chiave con doppia mandata, un cambiamento totale rispetto ai 58 gol subiti la scorsa stagione che ha portato i biancocelesti lassù oltre le più rosee previsioni. Champions obiettivo dichiarato, con una partita a settimana che inevitabilmente diventa un fattore, per la gioia di Sarri che dunque può lavorare come si deve e che soprattutto può sfruttare con continuità i suoi pupilli come quel Immobile che, recuperato a pieno regime, sarà un fattore non da poco. Così come può essere un fattore al contrario: la sua assenza si è sentita e non poco in termini di manovra e realizzazione, un eventuale utilizzo a singhiozzo porterebbe la Lazio a faticare il doppio per cercare la via del gol, con la speranza anche che nessun’altro dei big si fermi a causa di noie fisiche. Anche perché la prova c’è stata più volte: i titolari sono di un'altra pasta rispetto ad una panchina che non riesce a dare le risposte adeguate.

 

INTER

PUNTI A FAVORE: CALENDARIO AGEVOLE A BREVE TERMINE, IL RECUPERO DI LUKAKU

PUNTI A SFAVORE: ATTACCANTI NON PERFORMANTI, LA CHAMPIONS LEAGUE , PROBLEMA TRASFERTE, CALENDARIO DIFFICILE IN CHIUSURA

Nessuno si aspettava quest’Inter. Partita con i favori del pronostico, la squadra di Inzaghi ha faticato non poco, e lo shock non è stato piccolo. Ora i nerazzurri devono guardarsi dietro, il rischio di non arrivare tra le prime quattro è concreto, non si può sbagliare, Inzaghi lo sa, in ballo c’è il suo futuro. E per evitare brutte sorprese sicuramente il calendario agevole è sicuramente un degno alleato: Fiorentina, Salernitana, Monza ed Empoli. Questi i prossimi appuntamenti interisti, e la possibilità di poter ottenere un bottino interessante è alta, testa permettendo. E un eventuale recupero di Lukaku sarebbe l’arma in più, con il belga che se dovesse tornare su standard come quelli della sua prima avventura interista, sarebbe quel crack capace di fare la differenza. E quello di Romelu è anche un desiderio morboso, visto che lì davanti la verve realizzativa non è delle migliori: Dzeko non segna da gennaio, Lautaro ha esaurito il suo magic moment, Correa è desaparecido. Gol che mancano specialmente in trasferta, o meglio quel mal di trasferta che attanaglia la squadra: 6 sconfitte e 24 gol subiti in 13 partite, numeri sicuramente non da scudetto e che dimostrano che l’Inter non è squadra così come i tifosi si aspettavano e che pretendono, non solo in quella Champions League che entusiasma e allo stesso tempo leva concentrazione ad un campionato che metterà l’Inter di fronte ad una chiusura da sudori freddi, con Roma, Sassuolo, Napoli, Atalanta e Torino ostacoli di una corsa che se non dovesse concludersi con un posto nell’Europa che conta, porterebbe ad una rivoluzione dalle sembianze di un tifone.

 

MILAN

PUNTI A FAVORE: LA FASCIA SINISTRA, MAIGNAN, IL RITORNO DI IBRA

PUNTI A SFAVORE: LA CHAMPIONS LEAGUE , SOLIDITA’ DIFENSIVA PERSA, ATTACCO STERILE

È lo stesso discorso dell’Inter. I rossoneri partivano con tutt’altri obiettivi, da campioni d’Italia in carica. Col passare dei mesi il ridimensionamento, come ammesso da Pioli che ha confermato come l’accesso alla prossima edizione della Champions League sia il bersaglio grosso del Milan. Ma anche qui prestazioni troppo altalenanti, il passaggio alla difesa a tre che per un po' ha messo i problemi in naftalina, ma che puntualmente si sono ripresentati. Serve la scossa, e la fascia sinistra potrebbe essere la soluzione. Theo Hernandez e Rafael Leao sono i nomi della speranza, dell’esplosione e dell’imprevedibilità, come i bei vecchi tempi, avere loro al massimo vuol dire far paura alle avversarie già prima del fischio di inizio. Chi è tornato in grande stile è Mike Maignan, la paratona contro l’Irlanda lo dimostra. Ma anche prima si era visto quanto fosse mancato al Milan: già decisivo, presente con i compagni di reparto, saperlo di avere vuol dire fiducia, così come sapere di avere finalmente un Ibrahimovic a pieno regime, che dal punto di vista caratteriale può essere lo scossone necessario. Ma per tornare ai fasti di un tempo serve trovare i giusti equilibri, specie quello difensivo dato che il Milan non riesce più ad alzare il muro così come la passata stagione, risultando troppo perforabile. E in questa situazione la Champions può essere fonte di distrazione: la possibilità di andare ancora avanti è ghiotta, il rischio di pensare più all’Europa è concreto, ma così si rischia di dare il fianco alle avversarie al campionato. Pioli e la squadra non possono permetterselo. Serviranno dunque i gol, serve lo scossone dato che solo Giroud non può bastare.

 

ROMA

PUNTI DI FORZA: DYBALA, CALCI PIAZZATI, L’AMBIENTE

PUNTI A SFAVORE: CONTINUE PROTESTE, ATTACCO, GIOCO INESISTENTE

Vietato mollare ora, parola di Josè Mourinho. La sconfitta nel derby non deve fermare la cavalcata della squadra verso l’Europa. Lo Special One vuole continuare ad avere una squadra consapevole. Bisogna ripartire dai punti di forza, spazio dunque all’arma dei calci piazzati che tanto male hanno fatto a molte avversarie, il 40 % delle marcature sono arrivate su palla inattiva, 14 su 35 reti totali tra calci piazzati e rigori, un bottino di assoluto valore. Ma l’arma principale rimane lui, quel Paulo Dybala su cui il tecnico di Setubal si affida totalmente. Cambia le partite in un attimo, il coniglio fuori dal cilindro spesso è il suo nei momenti di maggior difficoltà, i capitolini non possono farne a meno. E la spinta dei tifosi sarà il classico dodicesimo in campo: sold out continui e amore condizionato, i giocatori lo sentono sulla loro pelle e non ne possono più fare a meno. Ma bisogna far fronte alle note dolenti, il primo fra tutti il continuo nervosismo. Non c’è partita dove Mourinho, la panchina e la squadra non scatenino proteste e atteggiamenti nevrotici, come se la Roma fosse oggetto di un attacco continuo nei suoi confronti sotto ogni punto di vista. Così si perde di vista l’obiettivo principale, il campo, che ora come ora denota alcuni problemi, come quello relativo all’attacco. La media è di 1.29 gol a partita, e se la Joya non è in giornata lì davanti si fa fatica. Abraham è l’esempio della sterilità: lontano parente di quello ammirato la scorsa stagione che ha chiuso a 27 gol, ad oggi è fermo a solo sette marcature, che lo hanno portato ad una panchina prolungata in favore di un Belotti che però non ha migliorato la situazione. E il gioco non aiuta, perché ad oggi non esiste: ci si arrocca dietro per poi cercare di ripartire subito, ma se a mancare sono anche gli spazi, allora diventa notte fonda e i giallorossi annaspano. Ma ad ora serve rimanere a galla.

 

ATALANTA

PUNTI A FAVORE: ROSA PROFONDA IN ATTACCO, UNA PARTITA A SETTIMANA

PUNTI A SFAVORE: INVOLUZIONE LOOKMAN, DISCONTINUTA’, DIFESA IN DIFFICOLTA’

Europa sia, senza distinzione. L’Atalanta vuole tornare a giocare ogni tre giorni, poco importa quale sia la competizione infrasettimanale. La Champions è il sogno, ma gli errori devono essere ridotti al minimo. Bisogna tornare alla vittoria contro la Lazio, dove la Dea sembrava aver ingranato, e una partita a settimana è un degno alleato a tal proposito per continuare ad andare avanti con lo zoccolo duro titolare. Anche l’attacco adesso può essere l’arma in più. 44 gol fatti, e i nomi sono tanti, Gasperini ha tante soluzioni con diverse caratteristiche che permettono ai bergamaschi di poter essere imprevedibili lì davanti, anche se l’involuzione di Lookman coincide con la discontinuità dell’Atalanta che deve recuperare il migliore per distacco. Ma soprattutto in difesa si balla troppo: 1.6 gol subiti a partita e una solidità che si è andata un po' a perdere. Un disequilibrio che porta a rimanere fermi al palo.

 

JUVENTUS

PUNTI A FAVORE: ALLEGRI, I GIOVANI, LE INDIVIDUALITA’

PUNTI A SFAVORE: INFORTUNI, VLAHOVIC, COPPE

C’è, e non molla. Al netto di una penalizzazione che potrà essere confermata o meno, la Juventus è riuscita a risalire la china quando tutto lasciava presagire il peggio. Umori neri e squadra distratta, la cura? Massimiliano Allegri. L’allenatore psicologo, capace di compattare l’ambiente nel momento più difficile, ha toccato le corde giuste e i risultati gli hanno dato ragione. Il tecnico si sta dimostrando un fattore, punta sull’orgoglio dei suoi che hanno come obiettivo il quarto posto, al netto di tutto. La scelta della linea verde ha pagato e pagherà: Iling Junior, Soulè e quel Fagioli che il campo non lo abbandona più e che il popolo chiama a gran voce anche in Nazionale. Allegri è partito e vuole continuare su questa via, con il giusto mix di freschezza ed esperienza, lì dove le individualità possono essere un fattore trainante della cavalcata. Il miglior Di Maria, un Chiesa ritrovato, la speranza Pogba, tanti i nomi che possono risolverla da un momento all’altro. I loro nemici peggiori? Gli infortuni. Allegri non è mai riuscito ad avere la formazione tipo così come la sogna sin da agosto, ogni volta deve mettere mano, specie in mezzo dove Pogba è una telenovela senza fine. Come quella relativa a Vlahovic: decisivo in nazionale, oggetto anonimo alla Juventus. Dusan non riesce a trovare serenità, che si traduce con un nervosismo palese in cui a farne le spese la poca lucidità sotto porta. Un’assenza che potrebbe risultare determinante, dato che in mezzo si ritrovano anche Coppa Italia ed Europa League. Nulla deve essere lasciato dietro, Allegri è stato perentorio, ma la domanda sorge spontanea: la Juventus può riuscire a concentrarsi su tutti e tre gli obiettivi con egual attenzione?

TMWRADIO Redazione