Durante l'appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Paolo De Paola. Queste le sue parole:
La copertina se l’è presa ancora una volta Jannik Sinner.
“Sinner è qualcosa di spettacolare, ci rende orgogliosi. È un volta pagina, la vittoria di ieri racconta la successione tra un grandissimo come Djokovic a chi prenderà il suo posto con Sinner e Alcaraz. Possono raccogliere il testimone di una coppia come Nadal e Federer che ha fatto la storia del tennis. La sua capacità di tenere i nervi a bada e non cedere le provocazioni di alcuni colleghi è straordinaria. Attorno a Sinner c’è un clima strano, c’è adorazione ma anche un’altra linea che non lo vede italiano e che possiamo definire come agenti o insetti fastidiosi”.
Quale esempio arriva dallo sportivo Sinner?
“È uno sportivo identificativo per tanti giovani. C’è un disagio giovanile evidente, specialmente post Covid, un ragazzo con dei valori semplici che non alza mai la voce e che rende tutti partecipi con la sua gentilezza potente. Lo sport si basa sempre più sull’arroganza, la sua classe invece rappresenta un esempio da seguire nello sport e nella vita”.
Cosa lascia il pareggio col Belgio?
“Un bel flash per quasi 40 minuti, poi una difficoltà legata a un intervento che Pellegrini poteva evitare, ma non bisogna gettare la croce addosso a lui. Mi piace vedere una nazionale combattiva, che lotta anche in inferiorità numerica. Lo ha fatto solo in parte, a inizio ripresa ha sofferto la veemenza dei belgi. Questa squadra non deve subire così tanto, da quel Belgio fa male subire due gol del genere”.
Qual è il timore per la partita di questa sera?
“Non ho timori, a prescindere dal clima teso intorno a questa gara. Deve arrivare una vittoria facile, dando fiducia a giocatori come Fagioli, Bellanova e Raspadori. Con il gioco arioso visto nei primi 38 minuti col Belgio si possono valorizzare questi ragazzi. Abbiamo imposto il gioco con una nazionale che nonostante le polemiche è tra le migliori. Mi aspetto conferme a livello di gioco”.
C’è un problema di ricambio generazionale in attacco per la nazionale?
“Sono rimasto piacevolmente colpito dall’inizio di stagione di Retegui. Tutti gli altri attaccanti sono alternative di Immobile, siamo rimasti tanti anni legati allo stesso Immobile. Manchiamo in fase offensiva, stiamo adattando il gioco a questa carenza. L’Italia non gioca per servire la punta, l’obiettivo è stimolare l’inserimento di un centrocampista o degli esterni. Nel nostro movimento manca un grande attaccante e non vedo delle idee stimolanti per il futuro dai vari settori giovanili”.
C’è un problema infortuni a livello globale?
“Rischi non solo di ingolfare il calendario, ma di non far capire nulla alla gente. Si sovrappongono Coppa Italia e coppe europee, non si capisce più il calendario. In questa folle rincorsa per questi calendari impossibili, ma che bisogno c’è di giocare questa Nations League? Ci sono Europeo, Mondiale e Olimpiade, a cosa serve questa Nations League? Lavora per migliorare le competizioni, non per aumentarle. Le rotture sono dovute al sovraccarico legato a questi calendari eccessivi. Tutto si muove per i soldi, è meglio migliorare il prodotto che si ha piuttosto che cercarne di nuovi”.