Salutiamo questo turno infrasettimanale di Serie A, senza sapere quando lo rivedremo, dal momento che per tutto il prosieguo del campionato non ne vedremo più. Tra chi scende e chi sale, comunque, diamo i numeri.
Baroni 9: Nelle ultime otto gare disputate in tutte le competizioni: Sette vittorie, ventidue gol segnati e sei subiti. Unica sconfitta a Torino contro la Juventus, arrivata solo per colpa di un’autorete all’85’ dopo essere rimasta in dieci al 24’. Numeri inequivocabili, che dopo la portentosa vittoria per 1-5 a Como meritano di essere esaltati. Ad ora i biancocelesti sono terzi a pari merito con Atalanta e Fiorentina, a soli due punti dall’Inter.
Un avvio convincente nei risultati, nello sviluppo tecnico-tattico, ma soprattutto nell’aspetto ambientale. Dopo un’Estate di mugugni e di dubbi, Baroni ha lavorato in silenzio e in maniera minuziosa, zittendo tutti con il sorriso concreto e mai forzato che lo contraddistingue. Ovviamente c’è da leggere attentamente il foglio illustrativo: le partite saranno tante, intense ed impegnative, con una rosa congeniale ma che alla lunga potrebbe anche patire un po’ gli sforzi prolungati. Nel frattempo però le aquile volano, anche per merito dello proprio mister.
Nicolussi Caviglia 7: Giusto dedicare una finestra anche a questo ragazzo, che magari sarà stato adombrato dalla doppietta di Pohjanpalo, e che però merita un elogio. Per lui che aveva segnato l’unico gol in Serie A con la maglia della Salernitana nello sciagurato 8-2 subìto dall’Atalanta a Gennaio 2023, è stata un po’ come una prima volta. In questo caso ha finalmente potuto esultare sul gol del momentaneo 2-2, scaturito dal suo destro. Il tiro potente e secco del resto è una sua caratteristica distintiva. Finora si è messo al servizio di Di Francesco con la solita serietà ed applicazione, lavorando tantissimo anche sotto traccia ed in fase di non possesso. L’inizio dell’avventura lagunare è stato positivo, e per aiutare il Venezia in una serrata lotta salvezza servirà anche la sua disponibilità.
Roma 6 (-): Dare un’insufficienza dopo una vittoria sarebbe ingrato, ma di più con il voto non si può salire. Il successo contro il Torino è arrivato, così come la conferma di Juric, ma i tanti dubbi restano. Il gioco continua ad apparire farraginoso, la squadra spenta e il tifo sempre più disamorato. La nota lieta è il ritorno al gol, su azione per giunta, di Dybala, per quanto si debba ringraziare la gentile collaborazione dei granata. I tre punti insomma regalano un po’ di ossigeno, ma la bombola appare ancora ben lontana dall’essere sufficientemente piena.
Difesa Juventus 5: Il fortino di Motta subisce il secondo scossone dopo la folle partita di San Siro. Se in quel caso però il modo in cui era stato raggiunto il punto aveva fatto dimenticare le crepe difensive, stavolta il 2-2 contro il Parma ha fatto scattare in maniera ben più altisonante l’allarme. Dopo l’infortunio di Bremer il pacchetto arretrato bianconero ha barcollato decisamente, ma non può essere solo l’assenza del brasiliano ad incidere in questo modo. Anche perché altrimenti ci sarebbe veramente da preoccuparsi. Danilo continua a dimostrarsi incomprensibilmente impreciso ed approssimativo, Kalulu nonostante le esaltazioni dopo la sfida con il Lipsia rimane un buon giocatore e nulla più, mentre il pilastro Gatti si è dimostrato non inscalfibile come qualche tempo fa. La fase difensiva ad ogni modo non è solo deputata ai difensori, ma anche al resto della squadra.
Motta nel dopo partita ha dichiarato che vorrebbe vedere dai suoi uomini una migliore aggressione alta, ma siamo sicuri che questa Juventus sia idonea a questo tipo di fase di non possesso?