Luigi Della Rocca, attaccante del Sasso Marconi in Serie D e con un passato con la maglia dell'Inter e del Bologna, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, durante 'Stadio Aperto', per analizzare le particolarità del campionato dilettantistico e non solo.
Il livello della Serie D oggi si è alzato e la tua passione, dopo la splendida carriera, ne è la dimostrazione, non credi?
"In carriera ho affrontato diverse difficoltà, ma la passione e la voglia di stare in un gruppo non mi è mai mancata. Ci alleniamo quattro volte a settimana più il giorno di gara. Impegno costante, ci sono due allenamenti in meno rispetto ai professionisti".
La tua carriera ti ha visto esordire a 17 anni... "Non era semplice trovare tanti miei coetanei in campo a quell'epoca. Eravamo in campo neutro a Bari con l'Inter dopo il famoso scooter lanciato dagli spalti che di fatto fece squalificare San Siro. La fotografia che mi porto dietro è il momento del mio ingresso a inizio ripresa. Di fronte avevo gente come Blanc, giocatori di un certo livello. Non avevo ancora compiuto 17 anni e fu una grande emozione".
Hai qualche ricordo dei consigli che ti diedero grandi campioni al Bologna come Pagliuca, Signori, Cruz. "Ero un po' il loro cocco, essendo il più giovane. Mi presero tutti molto bene e Guidolin mi fece esordire".
Qual è l'esperienza più bella che ricordi? "Bergamo. Anche se non giocai molto, comunque mi trovai in un gruppo forte e sano".
Quanto è stato importante l'incontro con Rolando Maran a Trieste? "Ho avuto subito il secondo infortunio grave quindi il primo anno lo passai da rientrante. L'anno dopo con la possibilità di fare il ritiro ho trovato molto spazio e mi trovai davvero bene".
Il rimpianto più grande della tua carriera è quello degli infortuni. "Non ho più visto la Serie A dopo il primo infortunio. Il secondo a Trieste, in cui ero appena arrivato, è stato un brutto stop. Mi sono subito rimboccato le maniche, mi hanno condizionato essendo arrivati tutti da giovane. Avrei potuto fare di più".
Eppure c'eri all'Europeo del 2003 vinto dall'Italia... "Non ricordo bene se fossimo i veri favoriti, ma quell'Europeo non si poteva non vincere. Non fu facile perché il Portogallo ha sempre avuto ottime squadre al livello giovanile".